Muri che cadono, ponti che uniscono: l’esperienza di tre italiani al concorso Falling Walls 2018
A cura di Elisa Dell’Aglio – Davide, Eleonora e Giuseppe sono tre giovani ricercatori con all’apparenza ben poco in comune: Davide si occupa di chimica farmaceutica a Lubiana, Eleonora di neurobiologia a Pisa e Giuseppe di nuovi materiali a Losanna. Eppure a ottobre di quest’anno si sono ritrovati tutti e tre a rappresentare l’Italia durante l’evento internazionale “Falling Walls”, che dal 2009 si svolge ogni novembre a Berlino. “Falling Walls” si prefigge di mettere in relazione il mondo della ricerca scientifica con rappresentanti di industrie, fondazioni, organizzazioni non governative e mass media. Il programma completo comprende una competizione per start-up da tutto il mondo (Falling Walls Venture), una tavola rotonda che coinvolge diversi decisori politici e persone di spicco nell’innovazione (Falling Walls Circle), e uno showcase di progetti di comunicazione scientifica (Falling Walls Engage). Ma l’evento clou è la conferenza plenaria del 9 novembre, in cui scienziati di grande calibro discutono di tematiche di attualità, senza limiti di settore: dal problema della privacy nell’era dei “big data” all’ecologia. Un solo punto in comune: lo sguardo al domani. Anche se Davide, Eleonora e Giuseppe non sono (ancora!) rappresentanti politici, economisti o affermati group leader, hanno avuto l’onore di prendere parte gratuitamente alla conferenza e alla cena di gala della vigilia, a fianco di persone del calibro di Paola Arlotta (Harvard University) o Bernhard Schölkopf (Max Planck Institute). Come? Grazie alla competizione “Falling Walls Lab”, una gara di comunicazione scientifica rivolta a giovani ricercatori di tutto il mondo. Questo è il loro racconto.
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