AIRIcerca sostiene le proteste studentesche contro la scarsità e i prezzi degli alloggi

AIRIcerca, l´associazione internazionale dei ricercatori italiani, esprime la propria solidarietà e il proprio supporto agli studenti che in questi giorni in Italia protestano contro la carenza di alloggi e il caro affitti.

I membri della nostra comunità hanno accumulato anni di esperienza in istituzioni di ricerca ed università in Italia, in Europa e nel resto del mondo, con posizioni che variano dal dottorando di ricerca fino al professore ordinario.              

Negli anni abbiamo potuto osservare in prima persona come, anche se con una certa variabilità legata alle condizioni sociali delle famiglie di origine, in larga parte dei Paesi europei in condizioni economiche simili all´Italia sia prassi comune che gli studenti universitari vivano nella città in cui studiano e selezionino l´ateneo sulla base dei propri interessi accademici.

Al contrario, anche molti di noi, negli anni degli studi in Italia, sono stati costretti al pendolarismo, con tempi di percorrenza tra la porta di casa e quella dell´università spesso nell´ordine delle tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana. Il problema spesso persiste per i ricercatori, che percepiscono stipendi inadeguati al costo della vita delle grandi città, con ovvie ricadute negative in termini di qualità della vita e produttività della ricerca stessa.    

Sulla base della nostra esperienza diretta e dell´osservazione della condizione degli studenti universitari dei Paesi in cui lavoriamo, siamo convinti che non potere vivere nella città dove si frequenta l´università, e spesso non potere scegliere in che città studiare perché limitati per motivi economici a quella raggiungibile coi mezzi pubblici, penalizzi in modo grave gli studenti coinvolti e, nel medio termine, l´intera società italiana.

Gli anni degli studi dovrebbero dare a tutti la possibilità di scegliere in modo libero e consapevole il campo di apprendimento, indipendentemente da dove si sia cresciuti o dalle proprie possibilità economiche, di vivere in contesti sociali diversi, e di poter partecipare pienamente alla vita culturale del proprio ateneo.

Una società che costringe i propri studenti universitari al pendolarismo a causa di politiche abitative manchevoli, ne danneggia non solo il successo accademico ma anche la crescita personale e, in ultima analisi, diventa una società sempre più rigida dove si nasce, si cresce, si studia e magari si resta a vivere sempre nella stessa area geografica, non per scelta ma per necessità.

Troviamo preoccupante che ancora oggi, tanto per fattori economici quanto per fattori culturali, in Italia, a differenza che nella gran parte degli altri paesi di cui abbiamo esperienza, vi siano moltissimi studenti che non possono lasciare la casa di origine durante gli anni universitari. È inoltre problematico che la questione sia stata anche in questi giorni di proteste minimizzata o persino derisa nel dibattito pubblico. A maggior ragione se consideriamo quanto la retorica dell’importanza della frequentazione delle Università in presenza sia stata usata alla fine del periodo delle restrizioni alla mobilità legate alla pandemia come una delle motivazioni principali per giustificare la cessazione delle attività di didattica da remoto.

 Ci auguriamo che le proteste studentesche di questi giorni possano finalmente contribuire a uno sviluppo, comunque eccezionalmente in ritardo rispetto agli altri Paesi della UE, della edilizia universitaria, e a promuovere una riflessione ad ampio spettro circa l’importanza della mobilità, fisica (se desiderata) e sociale, per le nuove generazioni.    

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Associazione AIRIcerca
AIRIcerca è l’associazione dei ricercatori italiani nel mondo. L’idea è fare networking tra ricercatori italiani (qualsiasi campo di ricerca) per stabilire contatti tra nazioni, con l’ottica di creare collaborazioni scientifiche e scambiarsi informazioni utili sulle realtà lavorative.