Analisi della letteratura a cura di: Lanfranco Pellesi; Revisionato: Francesca Bardi
I dati attuali suggeriscono che la malattia COVID-19 è meno frequente nei bambini, con un decorso più leggero. Tuttavia, nelle ultime settimane è stato osservato un aumento del numero di casi pediatrici aventi un fenotipo simile alla malattia di Kawasaki. Lo scopo della minireview è di ricapitolare le attuali conoscenze su bambini e adolescenti colpiti dalla recente epidemia di malattia di Kawasaki e di valutare un´eventuale associazione con l’infezione da SARS-CoV-2.
La rapida diffusione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-2019) causata dal coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2) ha portato ad una pandemia globale, con individui affetti di tutte le età. I pazienti pediatrici sembrano essere colpiti in proporzione nettamente minore rispetto agli adulti, con quasi nessun decesso segnalato. Uno studio epidemiologico ha descritto oltre il 90% dei pazienti pediatrici come casi asintomatici, lievi o moderati [1]. Attualmente si comprende ancora poco della relazione tra COVID-19 ed altre condizioni cliniche, tra cui la malattia di Kawasaki (KD), una vasculite dell’infanzia.
La KD è una vasculite che colpisce le arterie di medie e piccole dimensioni, principalmente nei bambini di età inferiore ai 5 anni. La sua patogenesi è attualmente sconosciuta. Si pensa che la KD sia il risultato di una risposta immunologica aberrante ad uno o più agenti patogeni non identificati, in bambini geneticamente suscettibili [2]. La cascata immunologica porterebbe ad un’infiammazione sistemica delle arterie di medie e piccole dimensioni, e in diversi organi. Gli aneurismi delle arterie coronarie rappresentano la complicazione più importante, nonché la causa principale di malattia cardiaca acquisita nei paesi sviluppati. Dato il picco di incidenza di KD rilevato durante i mesi primaverili ed invernali, alcuni studiosi hanno proposto come causa un trigger infettivo. Vari studi hanno descritto un’associazione tra le infezioni respiratorie virali e la KD [3,4,5]. Tuttavia, la ricerca del fattore scatenante infettivo è ad oggi insoddisfacente.
I coronavirus sono stati giá proposti come potenzialmente implicati nella patogenesi della KD. Nel 2005, un coronavirus umano, chiamato coronavirus New Haven (HCoV-NH), è stato identificato nelle secrezioni respiratorie di 8 bambini con KD (su undici), rispetto ad un solo controllo sano (su ventidue) testati con RT-PCR [6]. Tuttavia, un successivo studio giapponese non ha trovato alcuna sequenza di RNA dell’HCoV-NH in 19 bambini con KD, rispetto a cinque controlli sani positivi (su un campione di 208, 2%) [7]. Un altro studio giapponese ha esplorato l’associazione tra due coronavirus (HCoV-NL63 e HCoV-229E) e la KD mediante test sierologici. Non è stata rilevata alcuna correlazione con il HCoV-NL63, mentre la positività al HCoV-229E era più elevata nei pazienti con KD [8]. Ulteriori studi sui coronavirus e la KD sono stati inconcludenti [9,10].
Recentemente, una relazione tra COVID-19, la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS) e sintomi compatibili con KD in pazienti pediatrici è stata ampiamente suggerita [11,12,13,14,15,16]. L’associazione temporale tra l’insorgenza della malattia COVID-19 ed i risultati dei test (RT-PCR e anticorpi) per il SARS-CoV-2 suggeriscono un nesso causale [13,15,16]. In un reparto ospedaliero pediatrico italiano, l’incidenza mensile della KD durante la pandemia COVID-19 é stata almeno 30 volte superiore all’incidenza mensile della KD nei 5 anni precedenti [15]. Lo sviluppo di caratteristiche cliniche compatibili con la KD è presumibilmente il risultato di una reazione immunologica post-virale.
La MIS associata a COVID-19 è stata definita come una nuova malattia nei bambini, con caratteristiche simili alla KD. I pazienti presentano febbre e sintomi gastrointestinali, tra cui dolore addominale, diarrea e vomito, con o senza eruzioni cutanee [14,15,17,18]. Si possono osservare anche infiammazioni mucocutanee (ad esempio, congiuntiviti, linfoadenopatie cervicali, …) ed un´infiammazione sistemica con coinvolgimento di diversi organi. Inoltre, é stato descritto uno stato pro-infiammatorio, con leucopenia, marcata linfopenia, neutrofilia, trombocitopenia ed un aumento della ferritina [14,15,17,18,19]. Nel complesso, il fenotipo emergente è una combinazione di KD tipica ed atipica, sindrome da shock, sindrome da shock tossico e sindrome da attivazione macrofagocitaria/linfoistiocitosi emofagocitica.
I sintomi compatibili con la KD in pazienti pediatrici sono stati associati anche ad un’alta frequenza di miocarditi e/o pericarditi. I risultati descritti con la MRI hanno rivelato miocarditi acute con segni di edema miocardico diffuso ed iperemia, senza evidenze di necrosi/fibrosi focale del tessuto miocardio e/o anomalie delle arterie coronarie [20,21]. Sono stati trovati anche livelli aumentati di peptide natriuretico cerebrale e troponina I, con disfunzioni sistoliche transitorie. Il tempo di comparsa della miocardite acuta e l’alto tasso di IgG e IgA suggeriscono fortemente una reazione immunologica post-virale avente un impatto sul miocardio. Inoltre, il miglioramento della funzione cardiaca così come la diminuzione dei biomarcatori infiammatori dopo la terapia rafforza l’ipotesi di una manifestazione post-infettiva da SARS-CoV-2.
Non è chiaro se la malattia COVID-19 causi la KD o una sindrome che abbia caratteristiche in comune con la KD. Tutti questi risultati supportano l’ipotesi che la risposta immunitaria conseguente l´infezione da SARS-CoV-2 sia responsabile di manifestazioni simili alla KD in pazienti predisposti. Questo fenomeno sembra derivare da una risposta immunitaria esagerata ad una precedente infezione da SARS-CoV-2, piuttosto che da una lesione diretta risultante dall’infezione virale.
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