Riassunto e traduzione dell’articolo: Dogan L, Kaya D, Sarikaya T, et al. Plasmapheresis treatment in COVID-19-related autoimmune meningoencephalitis: Case series. Brain Behav Immun. 2020;87:155-158.
Riassunto e traduzione a cura di: Lanfranco Pellesi; Revisionato: Alessio Silva
Articolo Originale Pubblicato il 7 Maggio 2020
Vengono riportati i risultati della terapia con plasmaferesi in una serie di pazienti ricoverati presso un’unità di terapia intensiva, affetti da meningoencefalite autoimmune correlata alla malattia COVID-19.
Sebbene i meccanismi patologici del virus SARS-CoV-2 siano ancora non chiari, sempre più evidenze mostrano una prognosi peggiore quando la malattia COVID-19 coinvolge il sistema nervoso.
Sei su ventinove pazienti gravemente affetti da COVID-19 e presi in carico presso un’unità di terapia intensiva hanno presentato una meningoencefalite autoimmune durante il ricovero. La diagnosi di COVID-19 è stata confermata tramite tomografia computerizzata (TC) e reazione a catena della polimerasi (PCR). I sei pazienti mostravano alti livelli sierici di proteine di fase acuta, come ferritina, proteina C reattiva, fibrinogeno e interleuchina 6. Tutti i pazienti hanno iniziato un trattamento con plasmaferesi, condotto a giorni alterni.
La puntura lombare ha individuato alti livelli di proteine senza pleocitosi in tutti i pazienti. Il quoziente dell’albumina era elevato in tre pazienti su cinque, mentre le bande oligoclonali nel liquor erano negative. Dopo aver iniziato la plasmaferesi, i pazienti sono tornati coscienti dopo il terzo ciclo (Paziente 1), il secondo ciclo (Paziente 2) ed il primo ciclo (Paziente 4 e Paziente 6), e sono stati estubati. Il Paziente 3 é peggiorato con febbre elevata ed elevati livelli sierici di ferritina. In seguito, il paziente è andato in coma ed é deceduto. Il Paziente 5 è stato sottoposto a cinque cicli di plasmaferesi per una concomitante riattivazione infettiva da citomegalovirus. I miglioramenti piú evidenti nelle analisi di laboratorio sono stati osservati nei livelli sierici di ferritina.
Questa serie di casi suggerisce l’importanza del sospetto coinvolgimento neurologico in pazienti severamente affetti dalla malattia COVID-19, ed il potenziale beneficio della plasmaferesi nei pazienti con encefalite autoimmune.
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