Lanciarsi con il paracadute per effettuare esperimenti su nanoparticelle? C’è chi l’ha fatto!

Le strutture metallo-organiche cristalline (MOFs, metallic-organic frameworks) sono composti ibridi formati da ioni metallici e molecole organiche i quali generano strutture nanometriche estese in una, due o tre dimensioni con presenza di porosità. Tali strutture sono di grande interesse poichè presentano un elevata area superficiale (un cucchiaio di MOFs può avere la stessa area superficiale di un campo da calcio) che permette il loro utilizzo per svariate applicazioni (dal trasporto di farmaci nell’organismo all’adsorbimento dei gas serra). L’utilizzo dei MOFs per nuove applicazioni richiede la capacità di alterare questi cristalli, attualmente ciò viene effettuato attraverso differenti metodi (controllo della temperatura, aggiunta di alcol o surfattanti), ricercatori dell’Università di Melbourne si sono concentrati sugli effetti della gravità. Un tale studio richiederebbe attrezzature ed esperimenti molto costosi, così, spinti dall’amore per la scienza, tre ricercatori si sono offerti volontari per lanciarsi con il paracadute tenendo in mano una siringa modificata per miscelare i reagenti una volta raggiunta la bassa gravità così da verificarne l’effetto sulla crescita dei cristalli di MOFs.
L’esperimento ha mostrato che con la gravità ridotta si ottengono cristalli più grandi.
Nell’articolo gli autori ironicamente descrivono così la metodologia utilizzata: “Periodi prolungati di bassa gravità sono stati generati lanciandosi fuori da un areo con l’utilizzo di un paracadute per ridurre al minimo le sfide gravitazionali dopo la caduta libera”.
E c’è chi dice che la scienza è noiosa!


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